Recupero e Ricerca Scientifica
Verso la fine del secolo scorso gli esemplari di suino nero lucano ancora preseti nelle aree marginali della Basilicata si erano ridotte a poche unità.
Per tentare di scongiurare la completa e definitiva scomparsa di questa razza/popolazione nel 2001 fu varato e realizzato un progetto di recupero realizzato da più soggetti pubblici e privati: l’Agenzia Lucana di Sviluppo e Innovazione in Agricoltura (ALSIA), l’Università degli Studi della Basilicata, l’Associazione Provinciale Allevatori e la Comunità Montana Medio Basento.
Furono individuati in agro di Accettura e di Calvello alcuni soggetti di probabile origine autoctona che furono portati ed allevati presso l’azienda “Il Casone” della Comunità Montana Medio Basento, avviando così un allevamento pilota che in breve tempo allargò la popolazione di suini che fu suddivisa in nuclei di 1 verro e 5 femmine che furono affidati in ingestione ad allevatori custodi interessati.
La popolazione fu inoltre caratterizzata ed iscritta sia nel Registro Anagrafico Nazionale delle razze Suine autoctone (ANAS), inquadrato fra i tipi genetici efferenti all’Apulo-Calabrese, che nel Repertorio Regionale delle specie vegetali e animali a rischio di estinzione previsto dalla L.R. 26/2008.
L’obbiettivo finale del progetto era l’incremento del numero di suini neri per ottenere una popolazione base in modo che in seguito fosse possibile avviare la produzione e la valorizzazione dei salumi di maiale nero lucano e la realizzazione di una filiera di prodotti di qualità, garantiti da una certificazione adeguata.
Grazie alle particolari caratteristiche morfo-funzionali, il Suino Nero di Basilicata, si presenta come un tipo genetico dotato di elevata rusticità, intesa come resistenza alle patologie e facilità di adattamento alle condizioni climatiche, ed attitudine al pascolamento. Tali caratteristiche rendono questi soggetti particolarmente idonei a un sistema di allevamento di tipo estensivo.